Mutui per i dipendenti, come richiedere fino a 2000 euro di rimborso
Anche per quest'anno è possibile ottenere uno sconto di 1.000 o 2.000 euro sulle rate del mutuo. Questa agevolazione può essere concessa dalle aziende grazie all'innalzamento della soglia esentasse dei cosiddetti "fringe benefit". Si tratta di benefici che i datori di lavoro possono offrire, in modo facoltativo, ai propri dipendenti sotto forma di beni o servizi non soggetti a tassazione, fino a un valore ordinario massimo di 258,23 euro.
Limite elevato ad un massimo di 2000 euro
Per il 2023 la legge di Bilancio ha elevato questo limite e la misura è stata confermata anche nell'ultima manovra: si arriva a 1.000 euro per tutti i lavoratori e a 2.000 euro per chi ha figli fiscalmente a carico. È importante sapere che se il valore dei fringe benefit supera questi limiti, l'intero importo diventa imponibile e non solo la parte eccedente. Vediamo chi può concedere questi benefit e come possono aiutare ad alleggerire le rate dei mutui.
A cosa servono i fringe benefitQuesti benefit vengono generalmente utilizzati per coprire spese come buoni pasto, visite sanitarie, auto aziendali, abbonamenti ai trasporti, acquisti convenzionati (es. elettrodomestici), e da due anni anche le bollette di luce, gas e acqua. Oggi il beneficio si estende ad altri costi abitativi, ma per quanto riguarda il mutuo, il contributo si applica solo all'acquisto della prima casa e specificamente agli interessi, come parziale compensazione degli aumenti dovuti alle scelte della Bce.
Modalità di rimborsoIl rimborso può avvenire in due modi:
tramite pagamento diretto alla banca degli interessi passivi del mutuo ipotecario contratto per l'abitazione principale;
tramite rimborso al lavoratore delle somme da lui già pagate per gli interessi passivi del mutuo.
L'Agenzia delle Entrate ha chiarito che il rimborso degli interessi è valido anche se il contratto di mutuo è intestato al coniuge o a un familiare, purché l'immobile sia la residenza principale del dipendente.
La dichiarazione sostitutivaNel caso in cui il datore di lavoro rimborsi, entro i limiti di 1.000 o 2.000 euro, gli interessi passivi del mutuo, il lavoratore dovrà presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. In tale documento dovrà attestare di non aver già richiesto il rimborso delle stesse somme ad altri datori di lavoro.
È importante sapere che il fringe benefit usato per rimborsare in tutto o in parte gli interessi del mutuo non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali. Infatti, se il dipendente riceve il rimborso, non può portare in detrazione le stesse spese nella dichiarazione dei redditi. Solo in caso di rimborso parziale, è possibile detrarre la quota di interessi non coperta dal datore di lavoro.
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